Pubblichiamo in evidenza l’Appello di CGIL, CISL, UIL, INU Lazio, Legambiente e Italia Nostra sulla proposta di legge regionale detta “Piano casa”
APPELLO
Per cambiare la proposta di legge regionale “Piano casa”
La Giunta della Regione Lazio con la proposta di legge n.79 dell’8 ottobre 2010 che modifica la legge regionale 11 agosto 2009, n.21, il cosiddetto Piano Casa, CANCELLA qualsiasi regola per UN ORDINATO sviluppo urbanistico delle città e del territorio laziale.
Ricordiamo che i provvedimenti del cosiddetto Piano Casa nascono a seguito di una “Intesa Stato Regioni ed Enti Locali” firmata dal governo Berlusconi con le Regioni il 31 Marzo del 2009, e nata per favorire iniziative volte al rilancio dell’economia attraverso l’attività edilizia e per questo introduceva misure di semplificazione procedurali.
In particolare, come si ricorderà, questa intesa doveva consentire alle famiglie di poter adeguare la propria abitazione con incrementi volumetrici contenuti (gli interventi riguardavano gli edifici di massimo 1000 mc per un incremento max di 200 mc). L’intesa premiava inoltre con incrementi di cubatura gli interventi edilizi (anche di demolizione e ricostruzione) che miravano all’efficienza energetica degli edifici e all’utilizzo di fonti rinnovabili.
Nell’intesa era esplicitato che sia la semplificazione procedurale che gli incrementi di cubatura consentiti dovevano essere COERENTI CON I PRINCIPI DELLA LEGISLAZIONE URBANISTICA ED EDILIZIA E DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE.
Il contenuto della proposta di legge presentato dal vicepresidente della regione Lazio e assessore all’urbanistica Luciano Ciocchetti prevede invece interventi indiscriminati nelle zone Agricole (artt.54 e 55), consente interventi nelle Aree naturali protette e nei parchi (artt.3, 4 e 5), nella Città storica fuori dalle antiche mura (art.2), consente gli incrementi di cubatura dei capannoni ma allo stesso tempo il loro cambio di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale, operazione consentita anche per edifici la cui superficie utile è pari a 20.000 mq (art.3ter), (l’equivalente di tre campi di calcio). Si parla di miglioramento sismico per gli edifici oggetto di incremento volumetrico invece di prescriverne l’adeguamento sismico; si estende la possibilità di monetizzare gli standard urbanistici privando ancora una volta la città dei livelli minimi di vivibilità.
Tutto questo stride in modo intollerabile con il richiamo del Presidente della Repubblica sulla necessità di affermare l’importanza delle regole e del loro rispetto per evitare il dissesto del territorio.
Una proposta di legge che va cambiata per avviare una nuova politica abitativa nel Lazio
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